Contenuti del Piano

< P.A.T.I. DEL MONTAGNANESE

Tematismi e struttura del P.A.T.I.

Il Piano di Assetto del Territorio Intercomunale del Montagnanese (in sigla PATI del Montagnanese) rappresenta il nuovo strumento di pianificazione strutturale dell’intero territorio del Montagnanese, redatto alla luce delle disposizioni normative contenute nella nuova Legge Urbanistica Regionale n. 11 del 23 Aprile 2004.
L’elaborazione del P.A.T.I. ha avuto inizio con la predisposizione e la condivisione, con i Comuni dell’ambito del Montagnanese, la Provincia di Padova – con funzioni di coordinamento – e la Regione Veneto, dapprima di uno “schema” di Documento Preliminare, approvato da tutte le Giunte Comunali e Provinciali, poi confermato nel successivo “Documento Preliminare” contenente, in particolare, gli obiettivi generali del P.A.T.I. e le scelte strategiche di assetto del territorio, per i temi pertinenziali, anche in relazione alle previsioni degli strumenti di pianificazione di livello sovraordinato (P.T.R.C. e P.T.C.P.).
Il Documento Preliminare è stato approvato dalle rispettive Giunte Comunali del Montagnanese e dalla Giunta Provinciale, e l’Accordo di Pianificazione sottoscritto in data 23.01.2006.
Il “Documento Preliminare”, sottoscritto da tutti i Comuni aderenti al PATI del Montagnanese, Ospedaletto Euganeo e Ponso (questi due Comuni condividono con il PATI del Montagnanese alcuni obiettivi, pur esercitando l’azione pianificatoria, a livello intercomunale, nell’ambito territoriale di appartenenza del P.A.T.I. dell’Estense) individua i seguenti tematismi, che sono stati analizzati ed affrontati puntualmente in sede di progetto:

Tema 1 – SISTEMA AMBIENTALE: tutela delle risorse naturalistiche e ambientali – integrità del paesaggio naturale
Obiettivi:

  • individuazione e disciplina delle aree di valore naturale e ambientale;
  • definizione degli obiettivi generali di valorizzazione in coerenza con le indicazioni della pianificazione sovraordinata, in particolare:

    • tutela e miglioramento delle reti ecologiche;
    • tutela del paesaggio fluviale;
    • salvaguardia dei corsi d’acqua e connessione reciproca e con gli altri elementi ambientali di interesse ecologico (reti ecologiche) e delle aree umide;
    • gestione delle emergenze naturalistiche di carattere idrogeologico e geomorfologico;
    • tutela delle aree di valore naturalistico e mantenimento delle biodiversità;
    • salvaguardia delle emergenze culturali;
    • tutela delle aree con formazioni vegetali rilevanti, portatori di valori ecologici;
  • individuazione delle possibili fonti di inquinamento o alterazione delle falde acquifere.

Tema 2 – DIFESA DEL SUOLO: localizzazione e vulnerabilità delle risorse naturali – disciplina generale per la loro salvaguardia
Obiettivi:

  • definizione delle aree a maggiore rischio di dissesto idrogeologico e delle aree esondabili;
  • individuazione degli interventi di miglioramento e riequilibrio ambientale da prevedere;
  • definizione di indirizzi e prescrizioni generali per gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone sottoposte a vincolo idrogeologico nelle aree urbanizzate o da urbanizzare;
  • definizione delle strategie per il miglioramento degli interventi di gestione del territorio dei Comuni ricadenti nell’ambito del bacino scolante e controllo dello smaltimento delle risulte zootecniche.

Tema 3a – PAESAGGIO AGRARIO
Obiettivi:

  • salvaguardia delle attività e sistemazioni agrarie ambientalmente sostenibili, dei valori archeologici, storici e architettonici presenti nel territorio;
  • conservazione o ricostituzione del paesaggio agrario e del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali, dei relativi habitat e delle associazioni vegetali e forestali;
  • salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici e degli equilibri ecologici;
  • individuazione di:

    • aree con tipologie di paesaggio rurale prevalente;
    • aree con produzione specializzate;
    • aree con produzione a rischio di impatto ambientale;
    • aree con sistemi ed elementi ambientali di valore naturalistico e paesaggistico da non trattare come entità isolate ma con particolare attenzione alle relazioni tra di esse ed ai margini, nonché al contesto in cui si trovano;
    • aree ad elevata conservazione territoriale intese come aree coincidenti con i grandi patrimoni fondiari monastici storici.

Tema 3b – PAESAGGIO INTERESSE STORICO
Obiettivi:
 
il P.A.T.I. stabilisce indirizzi, direttive e prescrizioni in merito a:

  • edifici di valore storico-architettonico, culturale e testimoniale i relativi spazi inedificati di carattere pertinenziale;
  • parchi, giardini monumentali di interesse storico-architettonico;
  • documenti della civiltà industriale;
  • viabilità storica extraurbana e gli itinerari di interesse storico-ambientale;
  • sistemazioni agrarie tradizionali e delle grandi tenute storiche;
  • zone e beni archeologici;
  • sistemi culturali.

il P.A.T.I. prevede l’individuazione e valorizzazione delle zone e dei manufatti dell’archeologia industriale, di interesse sovracomunale (fabbriche, mulini, magli, cave dismesse, miniere, ecc.) con lo scopo di un loro possibile recupero e riutilizzo per usi culturali, didattici, espositivi.

Tema 4 – SERVIZI A SCALA TERRITORIALE
Obiettivi:

  • individuazione delle parti del territorio ad elevata specializzazione funzionale, conconcentrazione di una o più funzioni strategiche, o di servizi ad alta specificazione economica, scientifica, culturale, sportiva, ricreativa e della mobilità, definite “Poli Funzionali”;
  • ricognizione dei Poli Funzionali esistenti da consolidare, ampliare e riqualificare;
  • individuazione degli eventuali ambiti preferenziali idonei per la localizzazione dei nuovi Poli funzionali;
  • definizione dei criteri per l’individuazione delle caratteristiche morfologiche dei Poli Funzionali di nuova previsione;
  • individuazione degli interventi di trasformazione e qualificazione funzionale, urbanistica ed edilizia dei Poli esistenti.

Tema 5 – SETTORE TURISTICO RICETTIVO
Obiettivi:

  • valutazione della consistenza e dell’assetto delle attività esistenti e promozione dell’evoluzione delle attività turistiche;
  • individuazione di aree e strutture idonee vocate al turismo di visitazione, all’agriturismo, all’attività sportiva;
  • studio sulla dotazione di servizi e rafforzamento delle attrezzature esistenti, secondo modelli culturalmente avanzati (Piano dei Servizi);
  • previsione dell’estensione della rete dei percorsi ciclabili di interesse intercomunale (Piano Provinciale delle Piste Ciclabili);
  • promozione e regolamentazione della navigabilità dei corsi d’acqua di rilievo provinciale inserendoli nei circuiti turistici principali (studio provinciale della “carta nautica”);
  • definizione disciplinare di particolari siti e strade panoramiche e previsione di nuovi percorsi per la scoperta e la valorizzazione delle ricchezze naturali e storiche del territorio;
  • recupero e salvaguardia dei prodotti tipici locali, promozione dei vari settori agroalimentari.

Tema 6 – SISTEMA RELAZIONALE, INFRASTRUTTURALE E DELLA MOBILITÀ
Obiettivi:
 
il P.A.T.I. si raccorda con la pianificazione di settore sovraordinata, provvedendo alla:

  • definizione della rete di infrastrutture e di servizi per la mobilità di maggiore rilevanza;
  • definizione della opere necessarie per assicurarne la sostenibilità ambientale e paesaggistica e la funzionalità rispetto al sistema insediativo ed al sistema produttivo individuando, ove necessario, fasce di ambientazione al fine di mitigare o compensare gli impatti sul territorio circostante e sull’ambiente;
  • definizione della dotazione di standard e servizi alla viabilità sovracomunale;
  • definizione del sistema della viabilità, della mobilità ciclabile e pedonale di livello sovracomunale.

Tema 7 – ATTIVITÀ PRODUTTIVE
Obiettivi:
 
Il P.A.T.I.:

  • effettua la ricognizione, valutando la consistenza e l’assetto del settore secondario e terziario, definendo le opportunità di sviluppo – anche in relazione all’impiego di risorse naturali nei processi produttivi – in coerenza con il principio dello “sviluppo sostenibile”;
  • individua le parti del territorio caratterizzate dalla concentrazione di attività economiche, commerciali e produttive;
  • definisce l’assetto fisico funzionale degli ambiti specializzati per le attività produttive di rilievo sovracomunale, da confermare e/o potenziare (caratterizzati da effetti sociali, territoriali, ambientali, relazionati con altri comprensori produttivi di livello provinciale, regionale, interregionale);
  • individua, in attesa dei criteri dettati dal P.T.R.C. e in coerenza con i contenuti del P.T.C.P., gli ambiti preferenziali idonei alla pianificazione dei nuovi insediamenti produttivi, commerciali e direzionali di rango intercomunale, con riferimento alle caratteristiche locali ed alle previsioni infrastrutturali a scala territoriale, individuando i criteri applicativi della “perequazione territoriale”;
  • individua le aree produttive di rilievo comunale ed analizza il sistema produttivo individuando l’estensione delle aree urbanizzate, edificate, sature, inedificate, ecc.;
  • definisce, in coerenza con il P.T.C.P.:

    • gli ambiti preferenziali di localizzazione delle medie e grandi strutture di vendita configurabili quale bacino di utenza degli ambiti di programmazione regionale, sulla base della superficie complessiva assegnata dalla L.R. 15/2004;
    • le aree idonee da destinare alla logistica e alla direzione, organizzazione e promozione delle attività di interscambio di tipo commerciale;
    • i poli per l’innovazione tecnologica e per i servizi alle imprese destinate ad attrarre, concentrare e potenziare attività ad alto grado innovativo;
    • gli specifici indirizzi e prescrizioni per la valorizzazione dei distretti produttivi (L.R. 8/2003), precisando gli standard di qualità dei servizi che si intendono perseguire per ottimizzare il rapporto tra attività di produzione, servizi tecnologici, qualità ambientale, qualità del luogo di lavoro, sistema relazionale infrastrutturale e della mobilità (viabilità;);
    • precisa gli standard di qualità dei servizi che si intendono perseguire per ottimizzare il rapporto tra attività di produzione, servizi tecnologici, qualità dell’ambiente e del luogo di lavoro, anche sulla base delle linee guida provinciali per la progettazione ambientale delle aree destinate a insediamenti produttivi.

Tema 8 – SVILUPPO E PROMOZIONE DELLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
Obiettivi:

  • recepimento e approfondimento delle linee guida progettuali e costruttive elaborate dalla Provincia attraverso una politica di:

    • pianificazione e gestione più ecologica del territorio;
    • integrazione delle tematiche ambientali nelle proprie programmazioni al fine di ridurre i consumi di energia nel settore edilizio, terziario e industriale;
    • promozione dell’applicazione di tecnologie costruttive sostenibili;
    • promozione della certificazione energetica degli edifici;
    • partecipazione dei cittadini a modifiche comportamentali a favore dell’ambiente.

Il percorso di redazione del P.A.T.I.

Il percorso che ha portato alla redazione del P.A.T.I. del Montagnanese è strutturato su quattro componenti principali tra loro sempre interconnesse e sinergiche:

  • la costruzione del Quadro Conoscitivo;
  • il rapporto ambientale e la Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.);
  • il processo partecipativo e la concertazione;
  • la cartografia di progetto e le relative norme tecniche.

Tale percorso è stato costruito sviluppando una approfondita conoscenza dello stato dei luoghi, in tutte le sue componenti e nelle loro reciproche interrelazioni, con un metodo di analisi spiccatamente interdisciplinare e con l’attivazione di un Sistema Informativo Territoriale che raccoglie sia il quadro conoscitivo che le tavole progettuali.
Con il P.A.T.I., elaborato mediante l’uso di applicazioni informatiche di tipo GIS, utilizzando esclusivamente la base della Carta Tecnica Regionale Numerica (C.T.R.N.), i Comuni del Montagnanese hanno inteso operare precise scelte strutturali di natura strategica di sviluppo del territorio, in merito ai temi produttivi e infrastrutturali, nonché in merito alla definizione delle “invarianti” di natura geologica, geomorfologica, idrogeologica, paesaggistica, ambientale, storicomonumentale e architettonica, in coerenza e conformità con gli obiettivi e gli indirizzi contenuti nella pianificazione di livello superiore (P.T.R.C. e P.T.C.P.) e nel documento preliminare del P.A.T.I..
In questo quadro le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il governo del territorio del P.A.T.I. del Montagnanese, si ispirano, coerentemente con le scelte progettuali del P.T.C.P. adottato, ai seguenti principi che ne costituiscono il quadro di riferimento:

  • “sostenibilità”, probabilmente la richiesta che in questi ultimi anni ha provocato e provocherà in prospettiva, le più grandi modificazioni nella prassi del processo edilizio e le più sensibili trasformazioni nel campo dei componenti, modi di progettare e metodi costruttivi; sostenibilità intesa come attenzione particolare alle risorse fisiche, ambientali, energetiche e tecnologiche ripensando i processi pianificatori e costruttivi in modo che questi provochino il minor impatto possibile sull’ambiente;
  • “sussidiarietà, adeguatezza ed efficienza”, mediante:

    • b1 – garanzia di trasparenza e partecipazione;
    • b2 – l’adozione di un sistema informativo territoriale unificato ed accessibile, al fine di disporre di elementi conoscitivi raffrontabili;
    • b3 – coinvolgimento delle rappresentanze economico sociali e delle associazioni a concorrere alla definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche individuate dal P.A.T.I.;
  • “copianificazione” che influenza il carattere processuale della pianificazione e la natura cooperativa e consensuale delle relazioni con la pianificazione sovracomunale;
  • “perequazione urbanistica”, che persegue l’equa distribuzione dei diritti edificatori tra i proprietari degli immobili interessati dagli interventi, contemperando un giusto equilibrio tra l’interesse pubblico e quello privato; questa è legata al livello d’intervento “Comunale” e viene assunta a parametro di “correttezza” nelle scelte incisive del pianificatore sul diritto di proprietà dei suoli, con tutta la tematica dei vincoli urbanistici (“indifferenza” della proprietà rispetto alle scelte pianificatorie), nonché a parametro della “congruità” delle indennità di espropriazione (“eguaglianza” tra i proprietari espropriati e quelli non espropriati);
  • “perequazione territoriale ed ambientale”, che perseguono la ripartizione equa tra i Comuni degli oneri derivanti dalla realizzazione degli interventi necessari alla creazione delle condizioni di sostenibilità dello sviluppo;
  • “compensazione e credito edilizio”, come ipotesi privilegiate per l’indennizzo di vincoli espropriativi e per favorire interventi di riqualificazione ambientale ed urbana;
  • “qualità architettonica”, intesa come esito di un coerente sviluppo progettuale che recepisca le esigenze di carattere funzionale (comfort, flessibilità, fruibilità, sicurezza, durata) ed estetico posto a base della progettazione e della realizzazione delle opere e che garantisca il loro armonico inserimento nel paesaggio e nell’ambiente circostante.

Il progetto del P.A.T.I.

Il progetto del P.A.T.I. del Montagnanese, per i temi di competenza dello stesso, è nato e si è sviluppato, a partire dall’analisi di attuazione dei P.R.G. vigenti e relative varianti parziali e generali in fase di definitiva approvazione, tenuto conto che ai sensi dell’art. 48, comma 5 della L.R. 11/04, a seguito dell’approvazione del P.A.T.I. i P.R.G. vigenti acquistano il valore e l’efficacia dei P.I. per le sole parti compatibili con il P.A.T.I., nella logica dei più generali indirizzi della nuova legge urbanistica regionale e della pianificazione sovraordinata.
La sfida del Piano è quella di supportare, attraverso politiche territoriali coordinate, il raggiungimento di un modello di sviluppo capace di promuovere una efficace riorganizzazione del sistema produttivo e di quello commerciale e direzionale, finalizzata al progressivo consolidamento di fulcri insediativi selezionati secondo requisiti di abbattimento degli impatti strutturali e infrastrutturali connessi e al controllo della dispersione degli insediamenti produttivi, sia di singoli manufatti che di agglomerati industriali e del relativo appesantimento della domanda infrastrutturale, di preservare le risorse, di tutelare e dare identità e qualità all’ambiente, di offrire servizi di qualità ad imprese e abitanti e di garantire una buona accessibilità, favorendo la qualità architettonica in ogni investimento pubblico e privato, anche con il ricorso, per le opere più significative, al concorso di progettazione.
A tale scopo la normativa del P.A.T.I., in conformità agli artt. 35 e seguenti della L.R. 11/04 introduce sistemi di regole e di incentivi per l’iniziativa privata affinché anch’essa contribuisca a determinare quella complessità funzionale, spaziale e sociale che sola garantisce la qualità urbana.
E’ compito dell’operatore pubblico infatti orientare, attraverso regole ed incentivi, i nuovi investimenti privati, non più basati sulla semplice integrazione tra funzioni che incontrano immediata e facile rispondenza sul mercato, accompagnata dalla dotazione di qualche spazio accessorio di valenza collettiva, ma bensì finalizzati alla creazione di elementi di nuova centralità, capaci di dare forma ed identità all’esistente, di garantire una maggiore qualità progettuale e ricchezza funzionale, partendo da una analisi della domanda più attenta ai bisogni del Montagnanese.

“Il sistema infrastrutturale viario” recepisce i contenuti del Piano Provinciale della Viabilità e del P.T.C.P., definendo in modo condiviso i tracciati a scala più di dettaglio, che rappresentano, per le nuove previsioni, dei “varchi” da lasciare liberi rispetto alle nuove urbanizzazioni, oltre al potenziamento delle strade provinciali da nord a sud e da est ad ovest del territorio della Bassa Padovana.
Tra questi il più rilevante riguarda la “SR. n. 10” che dovrà proseguire nel territorio dei Comuni dell’Estense e poi attraverso i Comuni del Montagnanese, per proseguire oltre il confine provinciale, nel territorio veronese.
Si è recepito, altresì, il tracciato dell’opera attualmente in costruzione, riferito al tratto della Autostrada “A31 Valdastico – sud” con i relativi caselli e strade complanari, che attraversa, nella parte orientale, il territorio del montagnanese nei Comuni di Saletto, Santa Margherita d’Adige, Megliadino San Fidenzio, Megliadino San Vitale e Piacenza d’adige.
La nuova importante rete infrastrutturale, riportata nel P.A.T.I., che offrirà una prima importante soluzione ad annosi problemi di viabilità e di sicurezza sia della Bassa Padovana che del Basso Vicentino, modificherà conseguentemente gli assetti urbanistici di tutta la Bassa Padovana, in correlazione con l’aumento dei flussi di comunicazione e di interscambio anche di livello internazionale ed interregionale.
Il conseguente sviluppo delle opportunità insediative di tipo produttivo, viene regolamentato in coerenza con il vigente P.T.C.P. (art. 31 e seg.), che prevede in questo territorio un’organizzazione razionale delle zone industriali attraverso il potenziamento di un sistema produttivo localizzato ed accentrato nella parte settentrionale del Montagnanese, e di un nuovo polo di più modeste dimensioni a sud nel Comune di Piacenza d’Adige, entrambi in prossimità dei grandi assi della mobilità e in corrispondenza dei nuovi caselli autostradali, ponendo contemporaneamente una limitazione all’espansione di ciascuna zona produttiva comunale esistente.

Nella definizione dei limiti fisici, si è comunque tenuto conto delle fragilità del territorio, della tutela dei valori ambientali-culturali e delle scelte politiche che orientano lo sviluppo in base a criteri di sostenibilità, in relazione alle potenzialità e opportunità esistenti.
I limiti fisici dello sviluppo sono inoltre condizionati, oltre a quanto stabilito dall’Art.13 lettera f) della L.R.11/04 (SAU trasformabile), dal dimensionamento del Piano, sempre riferito al solo sistema insediativo produttivo, ricondotto alla nuova entità degli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO).
La strategia di accorpamento e concentrazione delle esigenze di sviluppo del sistema produttivo nei due citati poli, trova applicazione, per la prima volta, nei meccanismi compensativi derivanti dalla cessione di SAU trasformabile da parte dei Comuni del Montagnanese, definiti nell’apparato normativo attraverso la così detta “Perequazione Territoriale e Ambientale”.
I vantaggi anche economici che deriveranno dalle scelte di sviluppo del P.A.T.I., avranno, quindi, una ricaduta diretta anche nei Comuni ove non si realizzeranno le aree industriali, riconoscendo un equa compensazione, attraverso meccanismi di perequazione territoriale e ambientale, definiti, per la prima volta, nelle norme tecniche del Piano.
La compensazione che si intende attuare consiste in un indennizzo economico, da finalizzarsi alla realizzazione di interventi / opere pubbliche o di interesse pubblico previste nell’ambito della programmazione comunale, riconosciuto a seguito della cessione di quote di SAT da parte dei comuni non inclusi nell’ambito dei Poli Produttivi.
Viene previsto, ai fini della sostenibilità del Piano, che tra le compensazioni si dovrà realizzare un Parco verde alberato di interesse intercomunale, di adeguate dimensioni, la cui localizzazione, all’interno delle aree classificate nella “rete ecologica” ed indicate nella Tav. A.4, verrà definita nella fase di sottoscrizione della convenzione di compensazione, che verrà contabilizzata come verde di standards primari e secondari e quale “bosco di pianura” ai fini della compensazione, per la quantità relativa della CO2 prodotta.
La perequazione territoriale è prevista si attui tramite il Piano degli Interventi (P.I.), i Piani Urbanistici Attuativi (P.U.A.), i comparti urbanistici e gli atti di programmazione negoziata.

Concertazione e partecipazione

L’art. 5 della L.R. 11/2004 prevede la concertazione e la partecipazione del Piano con gli altri enti pubblici territoriali e con le altre amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti oltre al confronto con le associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio e di interessi diffusi, nonché con i gestori di servizi pubblici e di uso pubblico, invitandoli a concorrere alla definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche individuate dal presente P.A.T.I.
Tale metodo è stato attuato attraverso:

  • le procedure di “copianificazione” per la formazione condivisa e partecipata del Piano urbanistico, finalizzata a migliorare il processo decisionale e la successiva gestione;
  • il riconoscimento della responsabilità diretta dei Comuni relativamente alla “gestione” del proprio territorio per lo sviluppo della comunità locale, da esercitare con la Provincia e la Regione per le funzioni di salvaguardia, coordinamento e sviluppo territoriale;
  • la semplificazione dei procedimenti amministrativi, garantendo trasparenza e partecipazione;
  • la disponibilità del quadro conoscitivo e l’accessibilità al pubblico delle informazioni che lo costituiscono.

Sono stati organizzati dalla Provincia, per conto dei Comuni, n. 2 incontri rispettivamente in data 13.09.2005 e 20.09.2005 (presso il Comune di Montagnana), con Enti Pubblici Territoriali e Gestori dei servizi, e con le Associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio e di interessi diffusi, sugli obiettivi e strategie dello schema del Documento Preliminare.
Successivamente all’approvazione del Documento Preliminare, che ha confermato gli obiettivi e le strategie precedentemente indicate, è avvenuto un ulteriore incontro presso la Sala Veneziana di Castel S. Zeno in Comune di Montagnana in data 19.11.2007, presentando altresì il Quadro territoriale analitico.
Ulteriori specialistici incontri sono stati effettuati in più riprese con i Consorzi di Bonifica, competenti per l’area del Montagnanese, con vari dipartimenti regionali (agronomico, geologico, Segreteria Regionale alle Infrastrutture e Mobilità Direzione Valutazione Progetti e Investimenti), oltre al Dipartimento di Urbanistica, sempre invitato alle riunioni del P.A.T.I., con il Genio Civile, con gli assessorati provinciali della viabilità, mobilità, edilizia scolastica, commercio,ecc..
Obiettivo della fase partecipativa, oltre alla ricerca di un consapevole consenso sui contenuti di un importante strumento strutturale innovativo, quale il P.A.T.I., è stato quello di far emergere eventuali criticità e problemi, nonché di favorire lo scambio di materiali e informazioni.
Le proposte-richieste pervenute, giudicate pertinenti con i temi del P.A.T.I. e ritenute condivisibili, non hanno comunque inciso sui criteri informatori del P.A.T.I..
La conclusione e gli esiti della fase di partecipazione e concertazione ai sensi dell’art. 5 della L.R. 11/2004, sono stati deliberati dalle rispettive Giunte Comunali, che hanno confermato gli obiettivi e le strategie del documento preliminare potendo ritenere gli interventi degli Enti ed Associazioni durante le suddette riunioni, nonché i suddetti documenti scritti pervenuti, quali contributi migliorativi per le modalità di costruzione del Piano.

Elaborazione, adozione, deposito e pubblicazione del Piano

Punto fondamentale di partenza per la costruzione del Quadro Conoscitivo del P.A.T.I. del Montagnanese sono state le banche dati derivanti da tutte le analisi e le progettazioni già utilizzate nel P.T.C.P. adottato nel 2006, nonché l’attività di progettazione, di indirizzo e coordinamento effettuata dal Settore Urbanistica della Provincia.
A seguito della citata procedura di concertazione, sono stati predisposti gli elaborati di analisi e progetto del Piano tenendo conto:

  • dello stato di fatto, non solo sotto il profilo meramente conoscitivo, ma, soprattutto, quale elemento propedeutico per una corretta programmazione urbanistica strutturale;
  • dei contributi dei rappresentanti tecnico-politici dei comuni del Montagnanese, espressi durante i numerosi incontri;
  • dei contributi pervenuti da parte di Enti e Associazioni tutti verificati e valutati;
  • degli obiettivi, finalità e scelte strategiche del P.T.C.P., recependone le direttive, prescrizioni e vincoli.

Gli elaborati costituenti il P.A.T.I. sono stati sottoscritti in data 15.05.2009 dai Comuni appartenenti all’ambito del “Montagnanese”, dalla Provincia di Padova e dalla Regione Veneto in qualità di soggetti copianificanti, come da verbale in medesima data completo delle prescrizioni contenute nei citati pareri.
Con Deliberazioni di Consiglio Comunale rispettivamente:

– 8 del 26.02.2010 del Comune di Casale di Scodosia;
– 2 del 11.02.2010 del Comune di Castelbaldo;
– 45 del 18.12.2009 del Comune di Masi;
– 34 del 14.07.2009 del Comune di Megliadino San Fidenzio;
– 57 del 26.11.2009 del Comune di Megliadino San Vitale;
– 25 del 30.09.2009 del Comune di Merlara;
– 31 del 28.10.2009 del Comune di Montagnana;
– 49 del 27.10.2009 del Comune di Piacenza d’Adige;
– 36 del 30.09.2009 del Comune di Saletto;
– 23 del 10.07.2009 del Comune di Santa Margherita d’Adige;
– 40 del 26.10.2009 del Comune di Urbana

I Comuni hanno adottato il Piano di Assetto del Territorio Intercomunale – P.A.T.I. del “Montagnanese”.
Il Piano è stato depositato presso la segreteria di ciascun Comune, della Provincia e della Direzione Valutazione Progetti ed Investimenti delle Regione Veneto e del deposito è stato pubblicato avviso presso ciascun albo pretorio comunale, su due quotidiani locali (Mattino e Gazzettino di Padova) e sul B.U.R..
Inoltre, a seguito dell’adozione, il Piano è stato pubblicato integralmente sul sito web della Provincia “Piani on Line”, strumento di e-democracy utilizzato per le fasi di concertazione/partecipazione del PTCP, dei PATI e dei PAT, per facilitare la consultazione e formulazione delle osservazioni ai Piani.
La procedura di pubblicazione e deposito del P.A.T.I. è regolarmente avvenuta, come si evince dalla documentazione agli atti, e a seguito di essa sono pervenute n 19 osservazioni.

Approvazione del PATI, pubblicazione sul BUR e deposito finale

In data 02.11.2011, la Conferenza di Servizi decisoria, ai sensi dell’art. 15 della L.R. 11/04 e art. 14 comma 2 della L. 241/90 e smi, avendo acquisito il parere della Commissione regionale Vas n. 43 del 07.07.2011 e il decreto di validazione del Quadro Conoscitivo del Piano n. 75 del 21.09.2011 ha approvato il Piano e le osservazioni pervenute, previa Valutazione Tecnica Provinciale, con il consenso unanime dei Comuni e della Provincia.
A seguito dell’adeguamento degli elaborati del Piano di recepimento delle prescrizioni e precisazioni espresse dalla Conferenza di Servizi decisoria, la Giunta Provinciale, con deliberazione n. 83 del 05.06.2013, ha provveduto alla “ratifica” conseguente all’approvazione.
Tale provvedimento è stato pubblicato sul BUR n. 52 del 21.06.2013 e decorsi 15 gg. dalla sua pubblicazione il Piano si intende efficace.
Il Piano approvato, completo del Rapporto Ambientale, è depositato presso le segreterie dei Comuni ai sensi dell’art. 15 comma 8 della L.R. 11/04 e art. 17 D.Lgs 152/06.
Il Piano, completo del parere della Commissione Regionale VAS e della dichiarazione di sintesi, è consultabile nella versione definitiva, oltre che nel portale della provincia, anche nei singoli portali dei Comuni facenti parte del PATI.